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iPad /2: iPad in quanto (ebook) reader

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[Di iPad in quanto computer ho già detto qua]

Perché parlo di iPad in quanto (ebook) reader mettendo (ebook) tra parentesi? Perché iPad inaugura una nuova razza di reader, che non compete, se non marginalmente e nell’immediato, per forza di inerzia mediatica direi, con i veri ebook readers, quelli basati sul concetto di ePaper, di carta elettronica, con cui si possono leggere testi molto lunghi (tipicamente, appunto, gli ebook, i libri elettronici) grazie al fatto che mentre leggo lo schermo è spento, come con la carta stampata.

Prima di parlarne però sgombriamo subito il campo da un fatto, diciamo subito una cosa: Steve Jobs è un bastardo. Non c’entra niente con le performance di iPad e con l’impatto che avrà sull’editoria, ma va detto.

Steve Jobs commenta così, nel gennaio 2008, l’uscita del Kindle di Amazon:

“It doesn’t matter how good or bad the product is, the fact is that people don’t read anymore,” he said. “Forty percent of the people in the U.S. read one book or less last year. The whole conception is flawed at the top because people don’t read anymore.”

Non c’entra il fatto che sia brutto o bello, diceva allora, è proprio sbagliato il concetto, perché ormai la gente non legge più.

Oggi? Oggi eccolo qua, a montare una campagna mediatica pre-lancio all’80% basata sulla parola ebook, e a sibilare mellifluo, con la gigantografia di Kindle alle spalle:

“Now Amazon has done a great job of pioneering this… we’re going to stand on their shoulders for this. Our new app is called iBooks.”

A prendere le parole di Jobs di due anni fa la questione sarebbe dunque già chiusa: la gente non legge più baby, l’ha detto il guru, perciò iPad come ebook reader è una stronzata a priori, non c’entra se sia bello o brutto.

Per me non era così allora, e non è così oggi: la gente legge ancora, e strumenti dedicati alla lettura di libri per il mondo digitale contribuiranno sempre di più a tenere in vita e a far crescere questo viziaccio, per fortuna.

Si può leggere un libro, un testo prolungato, su iPad? No: così come non si può leggere su nessun display LCD, indipendentemente dalle sue dimensioni. Poi c’è sempre quello che ah, ma io sì, ci leggo benissimo anche Guerra e Pace e sto benissimo!, ma tra noi ci capiamo: non appena un documento di testo supera le due o tre pagine, finisce che ce lo stampiamo. Semplicemente perché leggerlo al display LCD significa sottoporre gli occhi ad un bombardamento di radiazioni luminose continuo, e questo stanca, fa male agli occhi.
Di più: potrei mai portarmi un iPad in spiaggia? Beh, sì, magari l’estate prossima farlo mostrarlo agli amici non sarà male, ma leggerci un libro sotto il sole, con uno schermo LCD? naaa… believe me, non esiste proprio.

Per quanto riguarda i libri, gli ebook, Apple cercherà di ritagliarsi una fetta nella competizione che si sta scatenando nella distribuzione, sfruttando il suo collaudato modello à la iTunes, per l’occasione ribattezzato iBooks. E venderà probabilmente anche un bel po’ di ebook, almeno all’inizio. Ne venderà forse tantissimi, se avrà l’accortezza di fare al più presto come ha fatto con la musica: ok editori, volete i DRM? Ve li do, salite a bordo. Poi appena un po’ dopo li togliamo, neh, che altrimenti gli ebook su iBooks – leggibili solo su iPad! – non li comprerà più nessuno!
[in questo è piuttosto patetica la posizione di Adobe, che rimprovera Apple per l’adozione di DRM proprietari, che così non renderebbero fruibili su iPad gli ebook con DRM Adobe, e non renderebbero fruibili sugli ebook reader in commercio gli ebook coi DRM di Apple. Come se i DRM di Adobe non fossero proprietari! E come se tutto ciò non dimostrasse, una volta di più, l’assurdità dei DRM, e nient’altro…]

Va in questa direzione la scelta – oculatissima – del formato ePub (chi mi ha incrociato per lavoro sa che mi sto sgolando a urlare questa parola a tutti gli editori italiani da almeno due anni). Non va – per ora – in questa direzione la scelta di venderli con DRM proprietari Apple, che li vincola così all’hardware iPad che – al contrario di iPod per la musica – non è affatto la soluzione ideale per la lettura di un libro.
Penso però che non passerà un anno prima che anche gli editori di libri capiscano che i DRM sono perfettamente inutili, se non dannosi. Chi dovesse capirlo subito, peraltro, pubblicando ebook in formato ePub SENZA DRM, magari con il Social DRM (watermarking), si troverebbe un vantaggio immediato: potrebbe vendere ebook leggibili sia sugli ebook reader (che adottano i DRM di Adobe) che su iPhone e iPad (che adottano i DRM Apple).

Ma torniamo all’harware: iPad non è un ebook reader, ma un reader. Perché reader? Reader di che?
Riaffermo qui senza tentennamenti quanto affermato all’inizio: iPad inaugura una nuova razza di reader.

Provo a spiegarmi in maniera un po’ autoreferenziale, ma spero utile.

Quando lavoravo all’idea che poi prese il nome di Simplicissimus Book Farm, diciamo attorno al 2004-2005, prima ancora del nome della cosa, avevo chiaro il concetto della cosa, concetto che fin dall’inizio sintetizzai nell’espressione che trovate ancora accanto al logo, nella homepage: il futuro dei libri, i libri del futuro.

Quello che mi era chiaro – e che mi pare oggi confermato – è che la transizione al digitale del libro, e di tutto ciò che rappresenta, avrebbe consentito la crescita di due filoni complementari e paralleli:

  1. Grazie al digitale possiamo oggi dare un futuro al libro così come lo conosciamo: è il futuro dei libri: il futuro dei libri che la logica e i numeri della filiera della carta stampata già da tempo stanno letteralmente sequestrando dalla circolazione e dalla fruizione. Sono i libri vecchi, segregati in remoti cassetti dalle chiavi irraggiungibili se non per pochi eletti; è l’infinito numero di titoli (il 70% di quelli che hanno in portafoglio, a quanto pare) i cui diritti sono di proprietà degli editori, andati ormai esauriti, e per i quali la ristampa tradizionale sarebbe antieconomica, e quindi non si fa; sono i titoli di chi si autoproduce in maniera indipendente, che nella filiera di carta non riescono quasi mai a raggiungere la tipografia, e praticamente mai la libreria.
  2. Grazie al digitale autori ed editori sono però provocati anche ad andare oltre il libro così come lo conosciamo, nelle molteplici affascinanti direzioni della multimedialità, del coinvolgimento dell’utente nella produzione stessa dei contenuti, nella condivisione attraverso la rete del prodotto da leggere e dell’atto stesso della lettura, e così via: è il libro del futuro, dove qui libro è da intendersi in senso molto ampio, a ricomprendere quelli che oggi chiamiamo ancora giornali, riviste, ecc…

iPad farà comunque molto bene al futuro del libro, perché accelererà, grazie alla sua forza di impatto mediatico e grazie anche al suo marketing bastardo, l’abitudine a comprare ebook, e aiuterà a rompere anche le ultime resistenze degli ultimi editori arroccati ancora sul fronte di chi l’ebook, invece che concepirlo – appunto – come futuro del libro, lo vive come una minaccia da cui difendersi.

Ma iPad farà finalmente molto molto bene al futuro dei libri, e dei giornali, e delle riviste: mettendo in moto la creatività, accelerando il processo di selezione naturale tra editori che si siedono sul passato ed editori che – comprendendo che come tutte le cose della vita anche il proprio mestiere cambia – si mettono al lavoro per imparare a fare cose nuove, abbracciando il cambiamento non con l’angoscia di chi si rassegna al destino cinico e baro, ma con l’entusiasmo di chi si decide per nuove sfide. E iPad darà vita ad altri strumenti, Apple o non Apple, dedicati alla fruizione dei libri del futuro.

Tutto questo, il futuro dei libri (su cui i device ePaper resteranno e saranno sempre più la piattaforma di fruizione standard, ovviamente a danno della carta) e i libri del futuro (per i quali le piattaforme di fruizione multimediale che iPad inaugura si renderanno sempre più accessibili) faranno sì che a leggere saranno sempre più persone, secondo la profezia di Cory Doctorow:
“Sempre piú persone leggeranno sempre piú parole da sempre piú schermi e sempre meno parole da un numero sempre minore di pagine, e quando queste due curve si incroceranno, gli ebook dovranno essere ciò di cui gli scrittori campano, e non ciò che utilizzano per promuovere le loro edizioni-ammazza-alberi.„

Alla faccia dei luddisti che oggi maledicono l’ebook, gli stessi che ieri – cosa credete – maledivano le rotative. E alla faccia di Jobs, secondo cui, come diceva due anni fa, stronzate, tanto non legge più nessuno.

E ora godetevi questo videino: è un editore che si preoccupa di cominciare a pensare al libro e al magazine del futuro. E ha cominciato a farlo quando ancora iPad non c’era.

Mag+ from Bonnier on Vimeo.

[ma non pensate che finisca qui: ho in canna un iPad /3, dove dirò qualcosa di come vedo il futuro di Apple. Borse, tremate!]


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